Intervento del Rav Riccardo Di Segni, Rabbino capo di Roma, alla accensione della Chanukkià di Piazza Barberini a Roma.

Il miracolo di chanukkà, dell’olio che basta per accendere la menorà per otto giorni, ha un precedente nel secondo libro dei Re, al capitolo 4. È la storia di una povera vedova piena di debiti alla quale il profeta Elishà fa un miracolo. In casa la vedova ha solo un’ampollina di olio; Elishà le chiede di chiudersi in casa, e di farsi prestare quanti più recipienti (kelìm) può; e poi di cominciare a versare il suo poco olio nei recipienti. L’olio comincia a scendere e riempie di volta in volta i recipienti che vengono portati. Finiti i recipienti, il miracolo si interrompe.

Questa storia può essere molto utile per spiegare il senso del miracolo di chanukkà.

L’olio e i recipienti rappresentano lo spirito e la materia. C’è un’effusione ininterrotta dell’olio, della luce, dell’energia, dello spirito, nella materia vuota. Finchè c’è un recipiente disponibile, l’energia arriva.

(Fonte: Torah.it)


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