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Israele vuole ricucire lo strappo con il Vaticano

È stato il direttore generale del ministero degli esteri israeliano, Ron Prosor, a tornare ieri sulla crisi diplomatica apertasi tra Santa Sede e Israele dopo le dichiarazioni di un funzionario israeliano che lavora per lo stesso ministero degli esteri in cui venivano espressi giudizi pesanti su Benedetto XVI, colpevole di non avere ricordato il terrorismo palestinese durante il suo Angelus dalla Valle d’Aosta. Alle parole dure rivolte contro il Papa era seguita la convocazione del nunzio apostolico a Gerusalemme, monsignor Pietro Sambi, e un’intervista al Jerusalem Post in cui il funzionario del governo accusava la linea della Santa Sede, tirando in ballo anche la memoria di Giovanni Paolo II. Immediata la reazione del Vaticano che attraverso una nota della segreteria di Stato, diffusa dalla sala stampa, ribadiva che la Santa Sede non accetta lezioni.
Ieri, Ron Prosor ha gettato acqua sul fuoco e a parole, durante un’intervista al giornale tedesco Juedische Allgemeine, ha spiegato che Israele intende ricucire lo strappo. “Le differenze di opinioni non rappresentano una crisi seria - ha detto Prosor -. Israele intrattiene buoni rapporti diplomatici con il Vaticano e a volte tra amici capita che ci siano differenze di opinioni. Esse vanno esaminate e risolte”. Il rappresentante israeliano ha rilevato peraltro come Benedetto XVI abbia costantemente sottolineato l’importanza che per lui hanno i rapporti tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico. “Da anni il pontefice ha lavorato per il superamento della frattura tra cristiani e ebrei - ha detto ancora Prosor -. E proprio per questo il governo israeliano si sarebbe aspettato che il papa nella sua condanna dei recenti atti terroristici menzionasse anche l’attentato suicida di Netanja, nel quale cinque israeliani sono rimasti uccisi”. Prosor ha detto tuttavia di non temere serie conseguenze negative sul dialogo fra cattolici e ebrei. Commentando, infine, la visita del papa alla sinagoga di Colonia, a margine della Giornata mondiale della gioventù, Prosor ha detto che si tratta di “un altro passo storico”, ricordando poi che “il pontefice ha già accettato un invito del governo di Gerusalemme a visitare Israele”.
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[Fonte: Il Velino 5 agosto 2005]


   
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