Colonia: il prete salvò la Torah dai Nazizti

Nella notte in cui fu bruciata la sinagoga, nel novembre '38, il gesto del prelato cattolico. Le testimonianze del mondo ebraico.

«Era la notte del 9 novembre 1938, la sinagoga nella Glockengasse, dove oggi sorge il Teatro dell'Opera di Colonia, era stata messa a ferro e fuoco dalle squadre di Sa e Ss. Fu in quella notte che il prelato Meinertz entrò di nascosto nel tempio per salvare i rotoli della Torah». 

Benzion Wieber si ricorda ancora oggi i racconti degli "anziani fondatori" che nella comunità ebraica del capoluogo renano raccontavano dopo la guerra il gesto del prelato cattolico in quella notte del terrore, passata alla storia come la Reichskirstallnacht, "la notte dei cristalli". A Colonia si racconta che due giorni dopo l'assalto, quando l'11 novembre veniva aperta ufficialmente la sessione del celebre carnevale renano, per le strade della città si respirava ancora l'odore di bruciato che saliva dai luoghi di culto e dai possedimenti privati di ebrei, devastati dagli squadristi del Führer. Wieber aveva quattro anni, quando nel 1953 arrivò a Colonia. Oggi è tra i responsabili della comunità ebraica locale, che conta ormai quasi cinquemila membri, ma che in quegli anni stava faticosamente risorgendo intorno a un ristretto gruppo di sopravvissuti all'Olocausto. 

Di quel gesto del prelato Meinertz, per quel che risulta a Wieber, non è rimasto nulla di scritto. Un gesto affidato alla tradizione orale della sua comunità, che prima dell'avvento di Hitler al potere contava a Colonia oltre 20.000 membri e dopo l'ingresso delle truppe americane in città nel 1945 non più di 30 o 40. Di quel gesto resta però ancora oggi testimonianza tangibile nel museo della nuova sinagoga di Colonia, per la cui costruzione si impegnò in prima persona dopo la guerra lo stesso cancelliere Konrad Adenauer, e a cui Benedetto XVI farà visita oggi. 

È un rotolo di papiro in parte danneggiato, che il sacerdote cattolico riuscì a estrarre dalle scaffalature collocate nella parte più interna del tempio, avvolto ormai dalle fiamme, in quella notte del 9 novembre. «Fu un atto di grande coraggio - commenta oggi Wieber -. Nella sinagoga erano conservati rotoli di piccole e grandi dimensioni. Questo rotolo della Torah era un oggetto molto ingombrante e pesante. Di più Meinertz non avrebbe potuto portare con sé. Arredi e strutture del tempio minacciavano forse già di crollare». Con quell'oggetto, che gli sarebbe potuto costare la vita, il prelato si allontana a piedi verso casa, sfidando il rischio di imbattersi nelle squadre del Führer. Tutt'intorno il rumore delle vetrine di negozi segnati con la stella di David e mandati in frantumi dalle Ss. Al bordo delle strade i convogli di autocarri fermi davanti alle abitazioni private degli ebrei da prelevare. In quella sola notte i reparti militari posti sotto il comando diretto di Hitler avrebbero completato la deportazione nei campi di concentramento di oltre 30.000 ebrei su tutto il territorio del Reich. 

Wieber non sa in quali rapporti fosse il prelato Meinertz con la sinagoga. «Certo doveva conoscerla bene - commenta - anche per riuscire ad andare a colpo sicuro verso il punto in cui erano conservati i testi sacri». Neppure sulla sua identità Wieber sa di più. Ma quello che è andato perso nella sua memoria è conservato nell'Archivio storico dell'arcidiocesi di Colonia. Una testimonianza scritta di Ernst Simons, importante membro della stessa comunità già negli anni Trenta: «Nella notte del pogrom tra il 9 e 10 novembre mi trovavo in Olanda. Mio padre, il rabbino Julius Simons, era stato arrestato dopo la distruzione della sinagoga di Köln-Deutz e deportato nel campo di concentramento di Dachau. Mia madre mi telefonò e mi raccontò dello stupendo gesto di un sacerdote cattolico. Mi raccontò in lacrime, che questo sacerdote aveva portato fuori dalla sinagoga in fiamme nella Glockengasse un rotolo della Torah. Dopo il mio ritorno a Colonia appresi dall'allora presidente della nuova comunità ebraica, che il prelato si chiamava Gustav Meinertz». 

Nato a Berlino nel 1873 e ordinato sacerdote nel Duomo di Colonia all'età di 24 anni, Gustav Meinertz sarà nominato nel 1935 segretario generale dell'Associazione tedesca nella Terra Santa dall'allora arcivescovo di Colonia, cardinale Joseph Frings, carica che ricoprirà nel capoluogo renano fino alla sua morte, l'11 settembre 1959. Fino alla capitolazione del Terzo Reich, Meinertz riuscirà a tenere nascosto nella propria abitazione il rotolo della Torah salvato dalle fiamme. Lo restituirà ai sopravvissuti della comunità ebraica dopo la guerra. E nella propria memoria, Simonis conclude: «Il prelato Meinertz ottenne già nel 1949 un permesso di ingresso dallo Stato d'Israele. Con il rotolo della Torah da lui salvato, la sua memoria viene onorata ogni giorno nella comunità ebraica».
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[Fonte: avvenire.it - 19 agosto 2005]

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