Ebrei e cattolici, Ingiuste accuse a Lustiger
     Paolo Sorbi

 


«I miei occhi prevengono le veglie per meditare sulle tue promesse». 

Così, dal Salmo 119, è riportato il versetto sulla copertina del libro «La promessa», da poco uscito in Francia, e scritto dal cardinale Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi. 

È una riflessione, di più, è un bilancio che il cardinale, a 76 anni compiuti, fa del tanto tempo trascorso nella meditazione e nelle discussioni sui rapporti tra cristianesimo e giudaismo. Lui, convertito dall'ebraismo all'età di 14 anni, sua madre morta ad Auschwitz, fattosi prete cattolico. 

Una pubblicazione opportuna perché richiama alcuni punti fermi della posizione cattolica oggi sul mistero d'Israele e la sua elezione. Elezione, ricorda il cardinale, che non implica assolutamente il rigetto delle «nazioni pagane». Anzi proprio nella grande riflessione del capitolo 11 ai Romani di San Paolo, c'è spiegato il ruolo misterioso degli ebrei nell'economia della redenzione di Gesù: «Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani». 

La riflessione del cardinale Lustiger accompagna questi versetti rammentando l'irrevocabilità delle promesse del Signore nell'elezione santa del popolo ebraico, nonostante le umane infedeltà e cadute compiute nel corso della storia. Ora, per il cardinale Lustiger la difficile comprensione dell'identità ebraica, composto organico di popolo, terra e lingua, si estende in un certo modo alla nascita e all'esistenza dello Stato di Israele. 

In effetti «la costituzione di quest'ultimo è non solamente legittima e necessaria» (pagine 182) ma, in qualche modo la fondazione stessa partecipa a certe promesse divine: «È per scarsa conoscenza delle vie del Signore e dell'elezione del suo popolo che nel 1975 Israele è stato condannato dalla Nazioni Unite, condannato come Stato razzista». (pagina 200). In effetti il cardinale si mostra cosciente che il suo libro provocherà sia lettori cattolici sia lettori di origine ebraica. 

E così la polemica è stata forte in tutto l'arco del mondo cattolico francese. Sia sul versante progressista che su quello più tradizionalista. 

Anche il settimanale «L'Express» ha confezionato un dossier speciale, mostrando reazioni vivissime sia di parte ebraica che cristiana verso le riflessioni del cardinale. Il tono delle polemiche, comunque, si è mantenuto molto alto come quello di Judith Cabaud, scrittrice americana di origine ebraica, come il cardinale convertita al cattolicesimo. Con altri solleva riserve ad un supposto giudeo-cristianesimo del cardinale che proporrebbe una sintesi impossibile delle due religioni. 

La critica è ingenerosa e non coglie proprio l'aspetto che Lustiger invece cerca di mostrare lungo l'arco di tutto il suo libro: l'affermazione centrale che Gesù è il Salvatore di tutti e che l'antisemitismo cristiano non ha senso. Il libro certamente impegna al confronto sul ruolo e sulla natura della Chiesa nell'economia della salvezza in connessione con il mistero d'Israele. La Chiesa è il «nuovo Israele»? Il popolo ebraico ha ancora un ruolo, in quanto popolo, nell'economia della salvezza? Il giudaismo post cristiano è ancora identico a quello del tempo di Gesù? Infine il ruolo religioso di Israele è riducibile allo Stato ebraico nato nel 1948? Questioni difficili che possono sollevare, anche da noi, riflessioni ed interventi appassionati.


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