Perché noi musulmani dobbiamo esserci
Magdi Allam, sul "Corriere della Sera" 1 novembre 2005

L'appello di Magdi Allam per la manifestazione di Roma a sostegno di Israele


Lanciare un appello ai musulmani d'Italia affinché aderiscano a una manifestazione a sostegno del diritto di Israele all'esistenza, va probabilmente incontro a un'accusa di tradimento. Eppure, oggi più che mai, bisogna farlo. In un'epoca di oscurantismo nichilista che ha contagiato principalmente i musulmani, solo riconoscendo il diritto di Israele all'esistenza si riscatterà il valore della vita propria e altrui. 

Cominciamo con l'ammettere che molti musulmani d'Italia sono contrari al diritto di Israele all'esistenza. E tra coloro che non lo sono, molti hanno paura delle conseguenze a cui si esporrebbero qualora si esprimessero in libertà. Paura. Tradimento. Di che? Della causa palestinese? Ma se gli stessi palestinesi hanno riconosciuto il diritto di Israele all'esistenza sin dal 1993 a Oslo.

Dell'islam? Di quale islam? Quello di bin Laden che massacra principalmente i musulmani in aggiunta ai non musulmani in tutto il mondo? O quello dei Fratelli Musulmani che ha messo le mani sulla gran parte delle moschee d'Italia strumentalizzando la democrazia per diffondere un'ideologia integralista ed eversiva? Basta rileggersi la secca risposta «No», alla domanda sul diritto di Israele all'esistenza, perché «è uno stato coloniale nato da una pulizia etnico-religiosa», data dal segretario nazionale dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), il convertito Hamza Roberto Piccardo, al settimanale Panorama il 22 settembre scorso.

Il più illuminato e coraggioso è il giovane Khalid Chaouki, editorialista del settimanale News: «Parteciperò alla fiaccolata di giovedì a Roma perché sono contrario al leader iraniano che vorrebbe scatenare lo scontro di civiltà istigando alla cancellazione di una presenza storica di Israele e degli ebrei. Oggi non possiamo come musulmani d'Occidente restare inerti di fronte alle minacce contro Israele e gli ebrei perché in questo modo disconosceremmo il valore dell'Olocausto nella storia occidentale e che ha portato alla nascita di Israele. Purtroppo questa consapevolezza manca tra molti musulmani, specie dall'altra parte del Mediterraneo, dove si coltivano tesi di rifiuto o negazioniste ».

Anche Souad Sbai, presidente della Federazione delle associazioni marocchine in Italia, assicura che «noi ci saremo alla manifestazione. Non abbiamo bisogno di provocazioni, bensì di pace. Come marocchini abbiamo una consolidata convivenza con gli ebrei e riconosciamo il diritto all'esistenza di Israele. Come italiani non possiamo che schierarci dalla parte del diritto alla vita di tutti ».

Ali Younis, italiano di origine libanese, medico anestesista all'ospedale di Pescara, afferma che Ahmadinejad «è impazzito, sono 60 anni che facciamo la guerra e non succederà mai che l'uno cancelli l'altro. Da sempre sostengo la tesi di due stati per due popoli. Sono d'accordo per il diritto di Israele all'esistenza come promotore della pace e dello Stato palestinese. Quindi anch'io ci sarò alla manifestazione». Così come assicura che ci sarà Mario Scialoja, ex ambasciatore d'Italia, convertito all'islam: «È pazzesco ciò che ha detto il presidente iraniano. La soluzione è due stati per due popoli». Avrei potuto raccogliere altre testimonianze su questa falsariga. Ma lo dico con grande onestà: sono una minoranza i musulmani che hanno la lucidità intellettuale e il coraggio umano di riconoscere il diritto di Israele all'esistenza.

C'è tanta ignoranza e ancor più forte è la paura. Ebbene sarebbe ora che si dicesse chiaramente che sono proprio coloro che disconoscono il diritto di Israele all'esistenza a essersi finora opposti alla nascita di uno Stato palestinese indipendente. Così come avvenne nel 1948 quando, pur di impedire allo Stato ebraico di vedere la luce, gli eserciti arabi finirono solo per impedire la costituzione dello Stato palestinese previsto dalla risoluzione 181 dell'Onu del 1947. E perché mai la Giordania, anziché annettersi la Cisgiordania nel 1949 e l'Egitto anziché amministrare Gaza fino al 1967, non consentirono che su quei territori nascesse uno Stato palestinese?

La verità è che fu solo grazie alla lungimiranza e al coraggio di Rabin che, per la prima volta, i palestinesi si sono concretamente incamminati verso la realizzazione di uno Stato indipendente. E diciamo che se ciò finora non si è realizzato lo si deve in gran parte al terrorismo di Hamas, della Jihad e di una parte di Al Fatah che, pur di non riconoscere il diritto di Israele all'esistenza, preferiscono non veder nascere uno Stato palestinese. C'è un nesso evidente tra il riconoscimento del diritto di Israele all'esistenza e l'accettazione del valore della vita propria e altrui. Per tutto ciò oggi il vero discrimine tra civiltà e barbarie è il riconoscimento del diritto di Israele all'esistenza.

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