Conferenza OSCE sull'antisemitismo 
Berlino 28-29 aprile 2004

L'OSCE (L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) si è riunita a Berlino il 28 e 29 aprile 2004 per fare il punto sull'antisemitismo. Pubblichiamo l'intervento del Sottosegretario Boniver e la Dichiarazione conclusiva, che nell'esprimere la condanna per ogni atto motivato da antisemitismo o altre forme di odio religioso o razziale, indica anche le contromisure da adottare da ogni singolo Stato partecipante.

Intervento del Sottosegretario Boniver 

Dichiarazione conclusiva

 

Intervento dell'On.le Sottosegretario Margherita Boniver 
                                                                                 
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Grazie Sig. Presidente. 

Il Ministro degli Esteri irlandese Cowen è già intervenuto a nome dell'Unione Europea; riconosco pienamente la posizione del mio Paese in quanto da egli affermato. Mi limiterò quindi a poche considerazioni a titolo nazionale. 

Questa seconda conferenza sul tema dell'antisemitismo conferma il ruolo cruciale di questa Organizzazione come riferimento geo- politico di una vasta area di Paesi che vogliono riconoscersi su valori condivisi.

 Il fenomeno dell'antisemitismo e stato presente in molte parti d'Europa nel corso di tutta la sua storia. Dopo la tragedia dell'Olocausto si riteneva finalmente cancellato per sempre, restandone solo la memoria come monito da tramandare alle future generazioni. Purtroppo, siamo stati ottimisti: negli ultimi anni si è registrato in molti Paesi europei un preoccupante riemergere di manifestazioni di ostilità nei confronti del popolo ebraico, insieme all'odioso tentativo di ridimensionare, se non di negare, il fardello della recente storia europea. Il Presidente della Repubblica italiana, ricordava qualche giorno fa che i "popoli che non hanno memoria del loro passato, non sono padroni del loro futuro". Ciò è tanto più vero quando ci si riferisce alla tragedia dell'Olocausto: dimenticare il passato significa rischiare che le nuove generazioni debbano ancora confrontarsi con le tragedie delle pulizie etniche, se non, ancora una volta, del genocidio. 

Nella storia più recente, del resto, e dato osservare come l'antisemitismo sia divenuto un fattore inquietante nella stessa crisi mediorientale, come aggiuntivo strumento contundente contro lo Stato di Israele. Occorre a questo proposito sottolineare con chiarezza che se è legittima la critica, non è accettabile che la lotta politica ricerchi consensi attraverso la riesumazione di concetti razzisti, volti irrazionalmente a demonizzare un popolo, una cultura, una religione. La lezione della storia insegna che le ideologie fondate sul razzismo sono un pericolo per la democrazia e per la stessa pace e che è quindi illusorio, prima che sbagliato, ancorare ad esse un progetto sociale o istituzionale che si vuole giusto e solidale. 

Le giovani generazioni appaiono particolarmente indifese di fronte a questa deriva: la scuola non ha fatto tutto quel che doveva per tenere viva la memoria della Shoah. Se negli anni del secondo dopoguerra, il vivido ricordo di quegli orrori contribuì al consolidamento di una incondizionata solidarietà nei confronti delle comunità ebraiche e di assoluta condanna sociale di ogni forma di antisemitismo, con 1'andar del tempo, si è assistito ad un progressivo affievolirsi della vigilanza, con la conseguenza che si sono aperti insperati varchi a coloro che volevano mettere in dubbio la storia o sfruttare a fini politici i latenti residui di antisemitismo. 

Ciò che possiamo vedere - e quel che è più grave, possono vedere i nostri figli - ad esempio su Internet, è lo sconcertante risultato di questa disattenzione. È pertanto urgente invertire questa tendenza e mettere a disposizione delle nuove generazioni gli strumenti per difendersi da questo pericolo. A tal fine, sono certa che questa Conferenza darà certamente un grande contributo e desidero ringraziare il Governo tedesco per averla ospitata e organizzata in maniera cosi efficace. 

Il Parlamento italiano, senza distinzioni di parte, ha recentemente approvato una serie di atti di indirizzo che impegnano Governo e Amministrazioni pubbliche a rafforzare anche nel mio Paese la prevenzione e la lotta contro l'antisemitismo, a cominciare proprio dalla scuola. Ci proponiamo infatti di sviluppare la conoscenza del fenomeno dell'antisemitismo, della storia dell'Olocausto, cosi come la consapevolezza del grande contributo fornito dagli ebrei italiani alla storia nazionale, dalla lotta al fascismo alla costruzione della Repubblica. 

Tra le iniziative gia realizzate, voglio menzionare la recente istituzione di un Comitato interministeriale contro la discriminazione e l'antisemitismo, destinato a coordinare e a dare ulteriore impulso all'impegno del Governo su questo tema. È in questo spirito che dal 30 giugno al primo luglio prossimi avrà luogo a Roma un Convegno sull'Antisemitismo organizzato dal Ministero degli Esteri e dall'Anti-Defamation League, che si svolgerà sotto forma di tavole rotonde con la partecipazione di Premi Nobel e altre illustri personalità distintesi nel dialogo fra religioni e culture diverse. 

Infine, voglio menzionare l'importante opera svolta dalla "Task Force internazionale per l'educazione, la memoria e la ricerca sulla Shoah" - un organismo pienamente sostenuto dal Governo italiano - che sarà presieduta quest'anno dall'Italia. 

Sono fiduciosa che l'Europa che sta per accogliere dieci nuovi membri nelle proprie Istituzioni, realizzando il sogno di un Continente riunificato intorno a valori comuni di democrazia, e aperto al dialogo pacifico con i suoi vicini, sari in grado di far fronte al pericolo del risorgere dell'antisemitismo, come di ogni altra deriva di stampo razzista, consapevole che lotta contro questa piaga coincide con la difesa della nostra stessa liberti. 

Quanto all'Italia, il mio Paese sente forte nella propria memoria il peso di un passato, ormai lontano ma non per questo meno doloroso. Le interne vicende politiche spinsero l'Italia a contraddire la sua antichissima cultura di tolleranza. Anche per questo, oggi vogliamo essere in prima linea nella lotta contro ogni rigurgito di intolleranza, affinché sia condannata e messa al bando ogni manifestazione di antisemitismo e di razzismo, e affinché gli orrori cui abbiamo dovuto assistere nel passato non possano più ripetersi.

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Dichiarazione finale Presidenza bulgara 
29 aprile 2004 
Il Presidente in esercizio 
ITALIANO Originale: INGLESE 

Esimi delegati, permettetemi di presentare una sintesi dei lavori di questa Conferenza in quella che vorrei chiamare "Dichiarazione di Berlino". 

Sulla base delle consultazioni giungo alla conclusione che gli Stati partecipanti all’OSCE: 

        riaffermando la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che proclama che ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella dichiarazione stessa, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di religione o per altra condizione, 

        ricordando che l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e l’articolo 18 del Patto Internazionale sui diritti politici e civili sanciscono che ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione,

        ricordando inoltre le decisioni dei Consigli dei ministri di Porto e di Maastricht nonché altre decisioni e documenti precedenti, e impegnandoci a intensificare gli sforzi per combattere l’antisemitismo in tutte le sue manifestazioni e a promuovere e rafforzare la tolleranza e la non discriminazione, 

         riconoscendo che l’antisemitismo, dopo la sua apparizione più devastante durante l’Olocausto, ha assunto nuove forme ed espressioni che, insieme ad altre forme di intolleranza, rappresentano una minaccia per la democrazia, per i valori della civiltà e, pertanto, per la sicurezza globale nella regione dell’OSCE e al di fuori di essa, 

          preoccupati in particolare che tale ostilità nei confronti degli ebrei — quali individui o collettività — per ragioni razziali, sociali e/o religiose, si è manifestata con aggressioni fisiche e verbali e con la profanazione di sinagoghe e di cimiteri, 

  1. condannano senza riserve tutte le manifestazioni di antisemitismo e tutti gli altri atti di intolleranza, istigazione, aggressione o violenza contro individui o comunità, per ragioni etniche o di credo religioso, ovunque esse accadano; 
  2. condannano inoltre tutti gli atti di aggressione motivati dall’antisemitismo o da qualunque forma di ostilità o intolleranza razziale o religiosa, ivi inclusi gli attacchi a sinagoghe e ad altre località, siti e luoghi sacri di culto; 
  3. dichiarano senza ambiguità che gli sviluppi internazionali o le questioni politiche, ivi inclusi quelli in Israele o altrove in Medio oriente, non giustificano mai l’antisemitismo. 

         Inoltre, prendo atto che il Consiglio dei ministri di Maastricht, con la sua decisione sulla tolleranza e la non discriminazione, ha incaricato il Consiglio permanente "di discutere ulteriormente modi e mezzi per potenziare gli sforzi dell’OSCE e degli Stati partecipanti per la promozione della tolleranza e della non discriminazione in tutti i campi". Alla luce di tale decisione dei Consiglio dei ministri, esprimo compiacimento per la decisione sulla lotta all’antisemitismo del Consiglio permanente, in data 22 aprile, e conformemente a quanto ivi richiesto, la accludo alla presente Dichiarazione. 

1. Gli Stati partecipanti si impegnano a:

  • adoperarsi per assicurare che i loro sistemi giuridici favoriscano un ambiente privo di fenomeni di aggressione, violenza o discriminazione antisemita in tutti i settori della vita sociale; 

  • promuovere, ove appropriato, programmi educativi atti a combattere l’antisemitismo; 

  • promuovere la memoria e, ove appropriato, l’insegnamento della tragedia dell’Olocausto e l’importanza del rispetto di tutti i gruppi etnici e religiosi; 

  • combattere i crimini ispirati dall’odio alimentati dalla propaganda razzista, xenofoba e antisemita nei mezzi di informazione o in Internet; 

  • incoraggiare e sostenere gli sforzi intrapresi in tali campi dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG; 

  • raccogliere e conservare informazioni e statistiche attendibili sui crimini a sfondo antisemita, e su altri crimini ispirati dall’odio, perpetrati sul loro territorio, riferire regolarmente tali informazioni all’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo (ODIHR) e renderle accessibili al pubblico; 

  • adoperarsi per fornire all’ODIHR le risorse adeguate per svolgere i compiti concordati in seno alla Decima riunione del Consiglio dei ministri di Maastricht sulla tolleranza e la non discriminazione; 

  • collaborare con l’Assemblea parlamentare dell’OSCE per definire mezzi e modi appropriati per esaminare periodicamente il problema dell’antisemitismo; 

  • incoraggiare lo sviluppo di scambi informali fra esperti in fora appropriati sulle migliori prassi e sulle esperienze relative all’applicazione della legge e all’educazione;

 2. di incaricare l’ODIHR di: 

  • seguire attentamente in stretta cooperazione con altre istituzioni OSCE nonché con il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (UNCERD), la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), l’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC) e altre istituzioni e ONG internazionali pertinenti, i casi di antisemitismo nella regione dell’OSCE avvalendosi di tutte le informazioni attendibili disponibili; 

  • riferire i risultati delle sue attività al Consiglio permanente e alla Riunione di attuazione nel quadro della dimensione umana e rendere pubblici tali risultati. Tali rapporti dovrebbero essere anche considerati nella determinazione delle priorità del lavoro dell’OSCE inerente i fenomeni di intolleranza;

  • raccogliere e diffondere regolarmente informazioni in tutta l’area dell’OSCE sulle migliori prassi per prevenire e far fronte al fenomeno dell’antisemitismo e, se necessario, offrire consulenza agli Stati partecipanti nei loro sforzi volti a combattere l’antisemitismo; La presente decisione sarà inoltrata al Consiglio dei ministri per la sua approvazione in seno alla Dodicesima riunione.

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