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Papa: il dono e l'impegno per la pace anche per Betlemme e la Terra Santa

Benedetto XVI chiede alla comunità internazionale un impegno effettivo per risolvere il conflitto in Medio Oriente che “dura ormai da troppo tempo” e domanda maggiore verità per difendere i diritti umani, non come frutto di “pattuizioni umane” positiviste, ma legati alla “inalienabile dignità” della persona creata da Dio. Era presente anche il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

La pace come dono di Dio, da invocare attraverso Maria, Madre del “Principe della Pace”, ma anche come impegno degli uomini “da realizzare con coraggio senza mai stancarsi” e “insieme”; un appello doloroso e una “insistente preghiera” per Betlemme e la “terra dove nacque Gesù”, perché “anche in quella regione giunga quanto prima il giorno della pace, il giorno in cui si risolva definitivamente il conflitto in atto che dura ormai da troppo tempo”; ma soprattutto una specie di “conversione” nel guardare il fondamento dei diritti umani non in “pattuizioni umane”,  ma “nella natura stessa dell’uomo e nella sua inalienabile dignità di persona creata da Dio”.

 

Sono questi alcuni dei temi su cui si è diffusa l’omelia di Benedetto XVI alla messa celebrata oggi nella basilica di san Pietro alle 10, in occasione della solennità di Maria Madre di Dio e della 40ma Giornata mondiale della Pace.

 

Il papa ha salutato il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, presente alla celebrazione, insieme ai rappresentanti del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, che il pontefice ha ringraziato  “per l’impegno con cui quotidianamente promuovono questi valori così fondamentali per la vita della società”. 

[...] E quasi a suggerire il “compito” per questo anno, egli ha accennato al problema della pace in Terrasanta, verso cui la comunità internazionale si mostra impacciata, disinteressata e divisa : “Come non volgere lo sguardo ancora una volta alla drammatica situazione che caratterizza proprio quella Terra dove nacque Gesù? Come non implorare con insistente preghiera che anche in quella regione giunga quanto prima il giorno della pace, il giorno in cui si risolva definitivamente il conflitto in atto che dura ormai da troppo tempo? Un accordo di pace, per essere durevole, deve poggiare sul rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona. L’auspicio che formulo dinanzi ai rappresentanti delle Nazioni qui presenti è che la Comunità internazionale congiunga i propri sforzi, perché in nome di Dio si costruisca un mondo in cui gli essenziali diritti dell’uomo siano da tutti rispettati”.

Il pontefice denuncia anche la radice dell’impaccio da parte della comunità internazionale: “É necessario – ha detto ancora citando il Messaggio - che il fondamento di tali diritti sia riconosciuto non in semplici pattuizioni umane, ma ‘nella natura stessa dell’uomo e nella sua inalienabile dignità di persona creata da Dio’ (Messaggio, n. 13). Se infatti gli elementi costitutivi della dignità umana vengono affidati alle mutevoli opinioni umane, anche i suoi diritti, pur solennemente proclamati, finiscono per diventare deboli e variamente interpretabili. ‘È importante, pertanto, che gli Organismi internazionali non perdano di vista il fondamento naturale dei diritti dell’uomo. Ciò li sottrarrà al rischio, purtroppo sempre latente, di scivolare verso una loro interpretazione solo positivistica’ (ibid.)”.

Il papa ha infine ricordato la radice religiosa della pace, che l’Antico Testamento lega alla benedizione del Signore. E ha aggiunto: “Il termine biblico shalom, che traduciamo ‘pace’, indica quell’insieme di beni in cui consiste "la salvezza" portata da Cristo, il Messia annunciato dai profeti. Per questo noi cristiani riconosciamo in Lui il Principe della pace. Egli si è fatto uomo ed è nato in una grotta a Betlemme per portare la sua pace agli uomini di buona volontà, a coloro che lo accolgono con fede e amore. La pace è così veramente il dono e l’impegno del Natale: il dono, che va accolto con umile docilità e costantemente invocato con orante fiducia; l’impegno, che fa di ogni persona di buona volontà un ‘canale di pace’”.
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[Fonte: AsiaNews 1 gennaio 2007]

   
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