È davvero una notizia straordinaria: Cinque righe 
		tracciate da uno scriba di tremila anni fa stanno destando la massima 
		emozione fra alcuni archeologi israeliani secondo cui sembra trattarsi 
		del "più antico testo ebraico" mai trovato finora. Ad accrescere il 
		dramma vi è lo scenario in cui il coccio di 15 centimetri per 15 è 
		tornato alla luce: la morbida e verdeggiante valle di Elah, a sud-ovest 
		di Gerusalemme, dove secondo la Bibbia il pastore (e futuro monarca 
		israelita) Davide affrontò spavaldamente il guerriero filisteo Golia. 
			
Secondo la cronologia tradizionale il regno di Davide si sviluppò mille 
		anni prima di Gesù Cristo: altri ritengono che il re sia vissuto invece 
		verso il 900 a.C. Esami al carbonio effettuati su noccioli di uliva 
		trovati vicino al coccio in questione li fanno risalire ad una data 
		compresa fra il 1050 e il 970 a.C.
		
		La scoperta è il frutto di scavi avviati a giugno da un professore della 
		Università ebraica di Gerusalemme, Yosef Garfinkel, nella zona di 
		Khirbet Qeiyafa, nel cuore della valle di Elah. Lo studioso era attirato 
		in particolare dai resti di una struttura possente, la Fortezza Elah. 
		Situata a due giornate di marcia da Gerusalemme e a una decina di 
		chilometri dalla importante città filistea di Gath, sembrava essere un 
		avamposto del regno di Giudea. Le mura esterne avevano un perimetro di 
		700 metri, la loro larghezza era di quattro metri. All'interno c'era una 
		guarnigione di 500 uomini: la assenza nella zona di ossa di suini fa 
		pensare che si trattasse di una postazione di israeliti. Già allora si 
		vietavano il consumo di carne di maiale.
		
		Ed è là che è stato ritrovato il coccio, scritto con caratteri 
		che gli studiosi chiamano 'proto-canaanei'. Da quella scrittura 
		si sarebbero poi sviluppati l'ebraico e altre lingue semitiche. 
		Superato lo sbalordimento iniziale, gli studiosi hanno iniziato la 
		decifrazione dei caratteri che non erano incisi, ma erano stati 
		tracciati con un inchiostro prodotto dalla mistura di carbone e di 
		grasso animale.
		
		Dopo un termine iniziale di divieto ("Non fate...") l'anonimo scriba 
		tracciò altre parole, sottolineate da righe nere, che in parte sono 
		state cancellate dal tempo. Tre parole sono state identificate con 
		certezza: 'Re' (Melech); 'Giudice' (Shofet); 'Schiavo' (Eved). Ma non 
		viene escluso che quei caratteri siano solo la parte di nomi privati: ad 
		esempio, Achimelech ed Evedel.
		
		Per proseguire l'esame del coccio gli studiosi israeliani faranno 
		ricorso alla tecnologia. Negli Stati Uniti esiste a quanto pare la 
		capacità di ricostruire le lettere scomparse, sulla base di labili 
		tracce rimaste nella materia. Secondo gli studiosi della Università di 
		Gerusalemme la importanza di questa scoperta potrebbe rivelarsi 
		paragonabile a quella dei Rotoli del mar Morto: testi religiosi che 
		risalivano ad "appena" duemila anni fa.
		
		
		[Fonte Aldo Baquis per Ansa - da Tel Aviv, 31 Ottobre 2008]