Ebrei - Ecumenismo reale 

Dabru Emet (Direte la verità)

Appello firmato da 172 rappresentanti dell’ebraismo negli Stati Uniti, in Canada in Gran Bretagna e in Israele, testimonianza esemplare di una sincera volontà di dialogo, pubblicato da The New York Times del 10 settembre 2000

La frase "Dabru Emet" viene dal verso: "Ecco ciò che voi dovrete fare: parlate con sincerità ciascuno con il suo prossimo; veraci e sereni siano i giudizi che terrete alle porte delle vostre città" (Zac 8,16)





Fonte: www.khouse.org/blueletter/

Il manifesto ebraico, si apre con un riconoscimento che è un ponte verso il futuro: "In tempi recenti si è verificato un cambiamento drammatico e senza precedenti nei rapporti tra ebrei e cristiani. Crediamo sia tempo che gli ebrei conoscano gli sforzi dei cristiani di fare onore al giudaismo".
Significativamente la pagina è stata pubblicata su
The New York Times la domenica successiva la beatificazione di Giovanni XXIII e di Pio IX e pochi giorni dopo la diffusione del documento Ratzinger Dominus Iesus. Segno di una sincera volontà di dialogo da parte dei 172 firmatari, che ha nella coscienza e nel rispetto delle reciproche identità la condizione fondamentale, come essi stessi ricordano nel loro documento: "Solo se conserviamo le nostre tradizioni, potremo proseguire questi rapporti nell’integrità".
È un fatto innegabile che nelle nostre tradizioni e nella nostra identità "noi siamo ebrei".

 Ecco il testo

In tempi recenti, si è verificato un cambiamento drammatico e senza precedenti nei rapporti tra ebrei e cristiani. Nel corso dei quasi duemila anni di esilio degli ebrei, i cristiani hanno tendenzialmente considerato l’ebraismo una religione fallita o, nella migliore delle ipotesi, una religione che ha preparato la strada al cristianesimo, e in esso trova compimento. Nei decenni successivi all’Olocausto, tuttavia, la cristianità è radicalmente cambiata. Un numero sempre crescente di membri ufficiali della Chiesa, sia cattolica sia protestante, ha espresso pubblicamente il suo rimorso per il maltrattamento degli ebrei e dell’ebraismo da parte dei cristiani. In queste affermazioni si dichiara inoltre che l’insegnamento e la preghiera cristiani possono e devono essere riformati in modo da valorizzare l’alleanza eterna di Dio con il popolo di Israele e da celebrare il contributo dell’ebraismo alla civilizzazione del mondo e alla stessa fede cristiana.
Riteniamo che questi cambiamenti meritino una risposta ponderata da parte degli ebrei. Parlando a titolo personale - siamo un gruppo interconfessionale di studiosi ebrei - crediamo sia tempo che gli ebrei conoscano gli sforzi dei cristiani di fare onore al giudaismo. Crediamo sia tempo che gli ebrei riflettano su ciò che ora il giudaismo può dire a proposito del cristianesimo. Come primo passo, proponiamo otto brevi affermazioni su come ebrei e cristiani possano rapportarsi gli uni agli altri.

Ebrei e cristiani adorano lo stesso Dio

Prima dell’avvento del cristianesimo, gli ebrei erano gli unici adoratori del Dio di Israele. Ma anche i cristiani adorano il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, creatore del cielo e della terra. Sebbene la fede cristiana non sia una scelta religiosa percorribile per gli ebrei, come teologi ci rallegriamo che, attraverso il cristianesimo, centinaia di milioni di persone siano entrate in contatto con il Dio di Israele.

Ebrei e cristiani riconoscono l’autorità dello stesso libro - la Bibbia (che gli ebrei chiamano "tanakh" e i cristiani "antico testamento")

Rivolgendoci a essa come guida religiosa, per l’arricchimento dello spirito e l’educazione comunitaria, ne traiamo insegnamenti simili: Dio ha creato e sostiene l’universo; Dio ha stabilito un’alleanza con il popolo di Israele; il verbo rivelato di Dio guida Israele a una vita di rettitudine; Dio salverà Israele e il mondo intero nell’ultimo giorno. Eppure, ebrei e cristiani interpretano molti passi della Bibbia in maniera diversa. Queste differenze devono sempre essere rispettate.

I cristiani possono assecondare la rivendicazione ebrea dello stato di Israele

L’evento più importante per gli ebrei dai tempi dell’Olocausto è stato la restaurazione di uno Stato ebraico nella Terra Promessa. Come membri di una religione basata sulla Bibbia, i cristiani riconoscono che Israele fu promessa - e data - agli ebrei come luogo fisico dell’alleanza tra essi e Dio. Molti cristiani sostengono lo Stato di Israele per ragioni che vanno molto al di là della pura politica. Come ebrei, apprezziamo questo sostegno. Riconosciamo inoltre che la tradizione ebraica prevede giustizia per tutti i non-ebrei che risiedono in uno stato ebraico.

Ebrei e cristiani accettano i principi morali della Torah

Il centro dei principi morali della Torah è l’inalienabile santità e dignità di ogni essere umano. Tutti siamo stati creati a immagine di Dio. La condivisione di questa sottolineatura morale può essere la base di un miglioramento nei rapporti tra le nostre comunità. Essa può anche costituire una potente testimonianza per tutta l’umanità, che migliori la vita dei nostri fratelli e si levi contro l’immoralità e le idolatrie che ci minacciano e ci degradano. Di tale testimonianza c’è particolarmente bisogno dopo gli orrori senza precedenti cui abbiamo assistito negli ultimi secoli.

Il nazismo non fu un fenomeno cristiano

Senza la lunga storia dell’antisemitismo cristiano e delle violenze cristiane contro gli ebrei, l’ideologia nazista non avrebbe attecchito, né avrebbe potuto essere perseguita. Troppi cristiani parteciparono, o approvarono, le atrocità naziste contro gli ebrei. Altri non protestarono a sufficienza contro simili orrori. Ma il nazismo in quanto tale non fu una conseguenza inevitabile del cristianesimo. Se lo sterminio degli ebrei fosse stato portato avanti fino in fondo, il nazismo avrebbe rivolto la sua rabbia omicida sui cristiani. Siamo grati a quei cristiani che hanno rischiato o sacrificato le loro vite per salvare gli ebrei durante il regime nazista. Pensando a loro, incoraggiamo i teologi cristiani a continuare a rifiutare senza equivoco il disprezzo del giudaismo e del popolo ebraico. Lodiamo quei cristiani che non accettano questo disprezzo, e non li condanniamo per le colpe dei loro antenati.

Troppe differenze inconciliabili tra ebrei e cristiani non saranno risolte fino a che Dio non salverà il mondo intero, come promesso nella scrittura

I cristiani conoscono e servono Dio attraverso Gesù Cristo e la tradizione cristiana. Gli ebrei conoscono e servono Dio attraverso la Torah e la tradizione ebraica. Questa differenza non si risolverà solo perché una comunità insiste ad affermare che ha interpretato la Scrittura più accuratamente dell’altra; né perché una esercita pressioni politiche sull’altra. Gli ebrei possono rispettare la fedeltà dei cristiani alla loro rivelazione allo stesso modo in cui noi ci aspettiamo che i cristiani rispettino la nostra fedeltà alla nostra rivelazione. Né gli ebrei né i cristiani dovrebbero essere spinti a condividere i precetti dell’altra comunità.

Una nuova unità tra ebrei e cristiani non indebolirà la fede ebraica

Il miglioramento dei rapporti non accelererà quell’assimilazione culturale e religiosa che gli ebrei ragionevolmente temono. Non cambieranno le tradizionali forme ebraiche di culto, non aumenteranno i matrimoni tra ebrei e non ebrei, non sarà maggiore il numero degli ebrei persuasi a convertirsi al cristianesimo, non si creerà un falso miscuglio fra giudaismo e cristianesimo. Rispettiamo il cristianesimo come fatto che ha avuto origine all’interno dell’ebraismo e che tuttora ha contatti significativi con esso. Non lo consideriamo un’estensione del giudaismo. Solo se conserviamo le nostre tradizioni, potremo proseguire questi rapporti nell’integrità.

Ebrei e cristiani devono collaborare agli ideali della giustizia e della pace

Ebrei e cristiani riconoscono, sebbene in modi diversi, che lo stato di irredenzione del mondo si riflette nella persistenza di persecuzioni e povertà, e nella miseria e degradazione degli uomini. Sebbene la giustizia e la pace appartengano ultimamente solo a Dio, i nostri sforzi congiunti, insieme a quelli di altre comunità religiose, possono aiutare la realizzazione del Regno di Dio che attendiamo con speranza. Separatamente e assieme, dobbiamo lavorare per portare la giustizia e la pace al nostro mondo. In questa impresa siamo guidati dalla visione dei profeti di Israele: "Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; a esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri"". (Is 2,2-3)

Per una discussione più approfondita sull’argomento trattato nel Dabru Emet si può consultare  http://www.jcrelations.net/index.htm 

Per ulteriori informazioni: Rabbino David Fox Sandmel, Institute for Christian & Jewish Studies, 1316 Park Avenue, Baltimora, MD 21210. 410-523-7227, statement@icjs.org


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