Le Monde rende nota la scoperta di una lettera di Edith Stein a papa Pio XI
     1 marzo 2003 - Henry Tincq (trad. per Le nostre Radici di Antonio Marcantonio)

 


Nel 1933, una lettera di Edith Stein al papa predice la Shoah

[Testo della lettera]

Come si può spiegare il fatto che la Chiesa cattolica sia rimasta così a lungo sorda ad una lettera tanto profetica ed abbia impiegato settant'anni a farla uscire dai suoi archivi? Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, una filosofa cattolica tedesca di origine ebraica trova l'ardire di scrivere a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di Stato - il cardinale Pacelli, vecchio nunzio apostolico in Germania e futuro Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.

Si tratta della voce di Edith Stein. Nata nel 1891 a Breslavia, convertitasi nel 1922, Edith Stein viene espulsa dall'università nel 1934, prima di entrare nel Carmelo di Colonia. Nell'agosto del 1942, in un convento olandese in cui i suoi superiori la credevano al sicuro, viene arrestata e deportata ad Auschwitz insieme a sua sorella Rosa. Entrambe vengono uccise nei forni crematori immediatamente dopo il loro arrivo. Edith Stein è stata canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998.

Gli storici del Vaticano conoscevano l'esistenza di questa lettera indirizzata al papa nel 1933, ma ne ignoravano il contenuto: lo hanno appreso in séguito alla recente apertura degli archivi del Vaticano riservati al pontificato di Pio XI (1922-1939). La chiaroveggenza con cui Edith Stein testimonia la crudeltà del regime nazista è pari al coraggio del suo intervento: «Si tratta di un fenomeno che provocherà molte vittime. Si può pensare che gli sventurati che ne saranno colpiti non avranno abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma la responsabilità di tutto ciò ricade tanto su coloro che li spingono verso questa tragedia, tanto su coloro che tacciono. Non solo gli ebrei, ma anche i fedeli cattolici attendono da settimane che la Chiesa faccia sentire la sua voce contro un tale abuso del Nome di Cristo da parte di un regime che si dice cristiano.»

Ella aggiunge: «L'idolatria della razza, con la quale la radio martella le masse, non è di fatto un'eresia esplicita? (...) Noi temiamo il peggio per l'immagine mondiale della Chiesa se il silenzio si prolungherà ulteriormente.» La notorietà di Edith Stein non era certo allora quella attuale, ma questo documento prova - se ancora ce ne fosse stato bisogno - come la Chiesa, ai più alti livelli, fosse informata delle persecuzioni naziste ed abbia taciuto.
[Tratto da Le Monde del 1 marzo 2003]



N.B.

“Non si può dimenticare il fermo atteggiamento di Pio XI, che abbandona Roma al momento della visita di Hitler in quella città, né le sue memorabili parole a un gruppo di pellegrini belgi (7 settembre 1938): "Spiritualmente noi siamo semiti”. Tuttavia i giornali italiani e l’ Osservatore Romano, che pubblicarono il suo discorso, non segnalarono questa frase. Così anche la coraggiosa enciclica Mit brennender sorge (1937), citata spesso per la sua condanna del razzismo, non menziona né critica l'antisemitismo come tale. Tuttavia la sua intenzione era conosciuta e quel grande papa resterà nel ricordo del popolo ebraico per il suo comportamento”.
[Fonte: Jochanan Elichaj, Ebrei e cristiani, Edizioni Qiqajon, pp. 45,46]

Noi aggiungiamo che  la "Mit brennender sorge" fu diffusa e letta in tutte le Chiese di Germania la domenica delle Palme del 1937, a dispetto della Gestapo. Pio XI vi denunciava implicitamente le persecuzioni razziali e nel 1938, durante la visita di Hitler a Roma, egli si ritirò a Castel Gandolfo e fece chiudere i Musei Vaticani. [Nota della Redazione LnR]



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