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Il Ponte

 Annie Cagiati

Gesù e l'ebraismo

(cod. 88-211-8371-8; formato 14x21; pagine 248; lire 46.000)

Casa Editrice Marietti

L'opera si propone di guidare il lettore alla conoscenza del vero volto di Gesù di Nazareth: un volto, una storia, una personalità dai tratti spiccatamente, incisivamente ebraici.

"Gesù è ebreo e lo è per sempre", insegna la Chiesa.

La mentalità di Gesù, la lingua, il costume sono quelli di un giovane ebreo del suo tempo. Egli studia la Torah, prega secondo la liturgia ebraica, frequenta assiduamente il Tempio. Condivide in tutto le vicende liete e tristi del suo popolo.

Per secoli, la cultura cristiana ha preso le distanze dall'universo ebraico che questo Gesù aveva espresso e ha velato le caratteristiche ebraiche che indicano l'appartenenza di Gesù al suo popolo. A partire dal concilio Vaticano II la Chiesa va riscoprendo il vero volto di Gesù di Nazareth: bisogna conoscere a fondo l'ebraismo per eliminare da un lato i molti pregiudizi che da parte cristiana si sono affastellati nei secoli contro gli ebrei, dall'altro per riformulare lo stesso pensiero cristiano e di conseguenza la prassi alla luce delle sue origini, che sono ebraiche. Il presente volume offre una sintesi autorevole e organica di quanto fino a oggi la Chiesa ha espresso circa l'ebraicità di Gesù.

Annie Cagiati (Roma 1929-1999) è stata insegnante e giornalista. Si è occupata per molti anni dello sviluppo del dialogo ebraico-cristiano. È stata Presidente dell’"Amicizia ebraico-cristiana" di Roma e ha fondato il comitato "Cristiani contro l’antisemitismo". Al rapporto tra ebraismo e cristianesimo ha dedicato numerosi libri.

Il libro è destinato al largo pubblico dei lettori che, a qualunque fede appartengano, desiderano approfondire la conoscenza di quell'ebraismo che è alle origini della civiltà occidentale e nel contempo ritrovare i valori di cui l'epoca attuale ha bisogno: memoria, solidarietà, comprensione reciproca, collaborazione, perdono.


PRESENTAZIONE di P. Marco Nobile 

Mi è gradito fare una presentazione di quest'ultima fatica di Annie Cagiati: "Gesù e l'ebraismo". 

Mi è gradito per più motivi. Il primo è che quest'opera s'inserisce in modo benemerito ed originale in quell'orientamento preciso che la Chiesa Cattolica, sulla base del suo stesso Magistero attuale, ha indicato come prioritario e che lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha fatto pilastro del suo autorevole insegnamento. Dopo Auschwitz le cose non possono essere più come prima. Bisogna conoscere a fondo l'ebraismo per eliminare da un lato i molti pregiudizi che si sono affastellati nei secoli contro gli ebrei da parte cristiana, sia a 
livello dottrinale che a quello pragmatico, dall'altro per riformulare lo stesso pensiero cristiano e conseguentemente la prassi cristiana alla luce delle sue origini, che sono ebraiche. 

Il secondo motivo è il genere letterario, per esprimerci in termini di scienza biblica, che l'autrice ha scelto per sviscerare la sua materia. Questa seconda motivazione merita delle precisazioni ben articolate, che devono essere messe in chiaro sin dall'inizio. La signora Cagiati sente dentro di sé in modo profondo e misterioso l'urgenza della questione ebraica. Ne ha fatto in certo qual modo l'anima della sua ricerca e della sua vita, addirittura se ne è fatta apostola. E non si può darle torto. La questione merita bene tale dedizione senza limiti. 

Ora, tale passione ella l'ha trasfusa nel modo di approccio al destinatario delle sue fatiche. La Cagiati non ambisce ad incontrare gli ambienti colti o gli addetti ai lavori, ma quella massa considerevole di persone, cristiane e non, che hanno bisogno di una certa conversione per ritrovare se stessi. 

Difatti, se i suoi lettori, a qualunque fede appartengano, capiranno quanto male in passato abbiano fatto i pregiudizi contro quell'ebraismo, che anche nella sua versione cristiana, è all'origine della civiltà occidentale, sarà nel contempo un'occasione per ritrovare e rivivificare quei valori di cui l'epoca attuale va alla ricerca: memoria, solidarietà, comprensione reciproca, perdono, responsabilità, collaborazione. 

L'opera in questione è quindi, nel senso più autentico, un libro di divulgazione, che desidera incontrare quante più persone possibile. È per questo che l'autrice dichiara fin dall'inizio con umiltà che non desidera affrontare questioni teologiche in sede scientifica: questo avrebbe ristretto il suo uditorio. 

D'altra parte, proprio la finalità pedagogica e io aggiungerei "kerigmatica" del libro rende opportuno quello stile asciutto, fatto quasi di quiz (mi si perdoni il termine), di lampi rivelativi che mirano a colpire l'attenzione del lettore, per affascinarlo ed orientarlo, sostenendolo con un continuato "collage" di citazioni autorevoli, di personalità cattoliche e non. Come si può osservare, lo studioso di esegesi biblica o di teologia trova proprio in questo stile avvincente e pragmatico un limite di replica. La finalità sacrosanta dell'opera, così ricca peraltro di verità altrettanto sacrosante, val bene qualche mortificazione veniale dei "dottori della legge"… 

Vi è un ultimo motivo che fonda il piacere di questa presentazione. La signora Cagiati dà a tutti noi cristiani un esempio di tempismo e c'implora a prendere sul serio la grazia che abbiamo ricevuto in quest'epoca di riconsiderare l'origine ebraica della nostra fede cristiana. 

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