Le tradizioni musicali in terra d'Israele

Israele è un luogo d'eccezione per il patrimonio musicale. Musica tradizionale, musica classica e contemporanea, ebraica e araba, e ancora europea, africana, asiatica... tutte convivono nella complessa realtà culturale del paese.

Israele è importante innanzitutto in relazione alle musiche degli ebrei. Questo è vero sia per la memoria musicale più antica, che per la conservazione delle tradizioni diasporiche, che infine per la creazione di nuovi repertori musicali ebraici.

In terra d'Israele permangono le tracce del passato musicale più remoto del popolo ebraico: le salmodie e le musiche eseguite dai Leviti nel primo e nel secondo Tempio di Gerusalemme, ora perdute, sono testimoniate da rari ritrovamenti archeologici. Grazie all'iconografia dell'epoca - antiche monete e bassorilievi raffiguranti strumenti musicali - è possibile avere un'idea, sebbene assai vaga, di come queste musiche risuonassero nel Santuario. Si tratta di un culto totalmente abbandonato dopo il 70 e.v., e sostituito dal canto sinagogale.

Le istituzioni musicali del moderno stato ebraico sono invece il luogo ideale per preservare la memoria musicale ebraica del mondo intero. Nelle strade delle sue città, dei suoi villaggi, echeggiano i canti sinagogali, paraliturgici e popolari di tutta la Diaspora, rappresentata nel Paese da decine di comunità - e dunque da un numero incalcolabile di tradizioni musicali diversissime fra loro. In Israele, grazie a prestigiose istituzioni come la Fonoteca di Stato, creata nel 1964 presso la Biblioteca Nazionale e Universitaria di Gerusalemme , le melodie tradizionali sono preservate in migliaia di registrazioni, risalenti anche all'inizio del secolo.


Fra i canti e le musiche studiati e conservati in Israele sono presenti anche quelle degli ebrei d'Italia. Poco conosciute dal pubblico e dagli studiosi, le musiche ebraiche italiane sono ricche di storia e di vitalità, portatrici di un passato fatto di intrecci culturali d'ogni sorta. I canti sinagogali italiani vennero registrati per la prima volta negli anni Cinquanta da Leo Levi: presto ne apparirà una antologia su CD. Ma la storia musicale ebraica in Italia è sottolineata dalla simbiosi musicale avvenuta in epoca barocca. Oltre alle musiche del compositore Salomone Rossi attivo alla corte dei Gonzaga e a Venezia tra il XVI e il XVII secolo, vi sono numerose testimonianze di cantate e oratori composti su testi ebraici presso le comunità di Siena, Venezia, Pisa, e Casale Monferrato (ascolta due brani delle musiche di Casale: clemrigore, simphony). Queste composizioni, di inestimabile valore storiografico e al contempo particolarmente gradevoli all'ascolto musicale, sono state riportate alla luce dall'etnomusicologo Israel Adler, fondatore e per lungo tempo direttore del Centro di Ricerche sulla Musica Ebraica dell'Università Ebraica di Gerusalemme.

Dagli inizi dell'impresa sionista e ancor di più con la creazione dello stato, Israele è anche il luogo di una incredibile invenzione: quella di una musica popolare ebraica composta ed eseguita a uso e consumo degli israeliani, popolo dai gusti musicali (e non solo) necessariamente eterogenei, misti d'Europa, di Medio Oriente, ma anche di Asia e d'Africa. Si tratta di una musica che ormai ha quasi un secolo di storia, e che in questo tempo ha attraversato una notevole quantità di trasformazioni dal punto di vista dello stile, delle influenze esterne e della tipologia del proprio pubblico. Iniziate come canti dei pionieri, le musiche israeliane sono diventate nel tempo musiche da cabaret, da teatro e poi ancora musiche militari, da ballo - sino alla dance music - per approdare ai più recenti fenomeni del rock, della canzone d'autore e della musiqah mizrachit, permeata di elementi arabi e mediorientali, ascoltata soprattutto dagli ebrei sefarditi.

Israele è luogo musicale per eccellenza per almeno due musiche "classiche". La musica classica europea, magistralmente rappresentata dalle Accademie Musicali di Gerusalemme e di Tel Aviv, dall' Orchestra Filarmonica, da prestigiose sale da concerto e da festival rinomati nel mondo, è sempre stata di casa fra gli israeliani. Molti dei grandi nomi del panorama internazionale - come Itzhak Perlman, Sholomo Mintz, Daniel Oren - provengono da Israele, la cui fama musicale è nota nel mondo intero, non ultima l'Italia. Ma lo stesso si può dire anche per la musica classica araba, che ha in Israele degli esponenti d'eccezione, soprattutto negli ebrei immigrati dall'Iraq e dal Marocco: compositori ed esecutori la cui fama è rimasta immutata in tutto il mondo arabo, a dispetto delle difficoltà politiche e culturali che hanno segnato la storia del paese.

Infine, Israele è un luogo musicale che è interessante da osservare anche dall'Italia. Il sincretismo sonoro che caratterizza il paese è intensamente mediterraneo: misto di antiche tradizioni, di "pop", di influenze statunitensi, esso rappresenta forse una tendenza che, in epoca di immigrazioni verso il nostro paese, può anticipare i destini musicali e culturali di casa nostra.
Francesco Spagnolo
YUVAL Italia

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