Conclusione di una riunione tra il Gran
      Rabbinato di Israele e una delegazione Vaticana 
            
      Ebrei e cattolici sono
      d’accordo sul fatto che i rapporti tra lo Stato e le religioni devono
      essere di collaborazione, non di antagonismo, rispettando l’autonomia
      dei ruoli di ciascuno.
      
      È questa la conclusione alla quale è giunta la riunione della
      Commissione bilaterale delle delegazioni della Commissione della Santa
      Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato
      d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, tenutasi a Gerusalemme
      dal 26 al 28 giugno scorsi.
      
      L’incontro, che aveva per argomento “Le relazioni fra autorità
      religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana”, è servito a
      sottolineare il diritto alla libertà religiosa di ogni persona e comunità.
      
      “La relazione fra religione e Stato deve fondarsi sulla reciprocità,
      sul rispetto reciproco e sulla collaborazione”, affermano la delegazione
      cattolica e quella ebraica nel comunicato finale.
      
      Entrambe le rappresentanze riconoscono che “misure di legge a favore di
      determinati valori religiosi sono legittime, quando attuate in armonia con
      i principi dei diritti umani”.
      
      Ebrei e cattolici assicurano che “i valori religiosi sono di vitale
      importanza per il benessere dell’individuo e della società”.
      
      “Scopo dell’autorità civile è servire e procurare il bene comune –
      spiegano –, rispettando la vita e la dignità di ciascun individuo”.
      
      Sottolineando l’importanza della democrazia, nell’incontro si è
      osservato che “è essenziale tutelare, mediante la legge, la società
      dall'individualismo estremo, dalla strumentalizzazione da parte di gruppi
      aventi interessi di parte, dall'insensibilità ai valori culturali e
      morali delle tradizioni religiose”.
      
      Nella prima giornata della riunione è intervenuto il Rabbino Capo di
      Israele, Shlomo Moshe Amar, per esprimere “il suo fervido sostegno al
      dialogo, sottolineando i profondi valori condivisi delle due Tradizioni,
      senza ignorare le distinzioni che fanno di noi diverse comunità di
      fede”, spiega il comunicato.
      
      La delegazione ebraica era presieduta dal Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen;
      quella cattolica aveva come presidente il Cardinale argentino Jorge Mejía
      e contava, tra gli altri, sulla presenza del Cardinale svizzero George
      Cottier, O.P., teologo della Casa Pontificia.
      
      Alla sua prima riunione dalla morte di Giovanni Paolo II, la Commissione
      bilaterale, “frutto della sua iniziativa”, ha ricordato “in modo
      speciale il suo storico contributo alla riconciliazione fra cattolici ed
      ebrei”.
      
      Allo stesso tempo, ha apprezzato “l’impegno da parte del suo
      Successore, Benedetto XVI, nel continuare a promuovere queste relazioni
      bilaterali”.
      
            
      
        
        
              
        
      
      
      
      
Comunicato finale della riunione di
      rappresentanti cattolici ed ebrei a Gerusalemme                                                                                        
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      "Le relazioni fra autorità
      religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana"
      
      Comunicato finale della
      Riunione della Commissione bilaterale delle Delegazioni della Commissione
      della Santa Sede per i rapporti religiosi con l'Ebraismo e del Gran
      Rabbinato d'Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, tenutasi a
      Gerusalemme dal 26 al 28 giugno 2005 (19-21 Sivan 5765).
      

      I. La Serata inaugurale è
      stata aperta con la gradita presenza del Rabbino Capo d'Israele, Shlomo
      Moshe Amar, Rishon L'Zion, che ha espresso il suo fervido sostegno al
      dialogo, sottolineando i profondi valori condivisi delle due Tradizioni,
      senza ignorare le distinzioni che fanno di noi diverse comunità di fede.
      Scopo del dialogo è soprattutto promuovere i principi della santità e
      della dignità di ogni essere umano, e migliorare a tal fine la nostra
      collaborazione.
      
      I capi delle rispettive Delegazioni, Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen e
      Cardinale Jorge Mejía, nei loro discorsi di benvenuto hanno espresso la
      loro viva soddisfazione e la profonda comprensione e amicizia che si è
      sviluppata attraverso gli incontri.
      
      II. All'inizio dei lavori – dal momento che questa era la prima riunione
      dopo la scomparsa di Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria – i
      Presidenti hanno ricordato in modo speciale il suo storico contributo alla
      riconciliazione fra cattolici ed ebrei, e il fatto che questa Commissione
      bilaterale è stata frutto della sua iniziativa. Inoltre il Cardinale Mejía
      ha fatto notare il significativo riferimento al precedente Rabbino Capo di
      Roma, contenuto nel testamento di Giovanni Paolo II. È stato espresso
      apprezzamento per l'impegno da parte del suo Successore, Benedetto XVI,
      nel continuare a promuovere queste relazioni bilaterali.
      
      III. Il tema di questa V riunione è stato: "Le relazioni fra autorità
      religiosa e civile nelle tradizioni ebraica e cristiana". A partire
      della visione biblica dei distinti ruoli del re, del profeta e del
      sacerdote, e dalle loro rispettive relazioni con il popolo di Dio, sono
      stati individuati i seguenti punti centrali:
      
     -  I valori religiosi sono di vitale importanza per il benessere
      dell'individuo e della società;
 
      -  Scopo dell'autorità civile è servire e procurare il bene comune,
      rispettando la vita e la dignità di ciascun individuo;
 
      -  Entro questo contesto, pur sottolineando l'importanza della democrazia,
      nel medesimo tempo è essenziale tutelare, mediante la legge, la società
      dall'individualismo estremo, dalla strumentalizzazione da parte di gruppi
      aventi interessi di parte, dall'insensibilità ai valori culturali e
      morali delle tradizioni religiose;
 
      -  La libertà di religione deve essere garantita, sia agli individui sia
      alle comunità, da parte delle autorità civili e religiose;
 
      -  La relazione fra religione e Stato deve fondarsi sulla reciprocità,
      sul rispetto reciproco e sulla collaborazione;
 
      -  Misure di legge a favore di determinati valori religiosi sono
      legittime, quando attuate in armonia con i principi dei diritti umani;
 
      -  Abbiamo l'obbligo morale di dare esempio di responsabilità religiosa
      in questi ambiti, e specialmente di educare le giovani generazioni sia
      ricorrendo agli operatori dei grandi mezzi di comunicazione, sia
      attraverso i normali canali educativi.
 
      IV. La discussione si è concentrata sulla responsabilità dello Stato nel
      garantire i diritti di tutte le comunità religiose, col dare speciale
      attenzione alla situazione e alle necessità delle comunità cristiane in
      Terra Santa, così come alle necessità delle comunità ebraiche nel
      mondo, facilitando la piena uguaglianza sociale e politica senza
      indebolire le identità particolari.
      
      Delegazione ebraica
      Rabbino Capo Shear Yashuv Cohen, Presidente della Delegazione ebraica
      Rabbino Capo Rasson Arussi
      Rabbino Capo David Brodman
      Rabbino Capo Yossef Azran
      Rabbino Capo David Rosen
      Sig. Oded Wiener
      Ambasciatore Shmuel Hadas
      
      Delegazione cattolica
      Cardinale Jorge Mejía, Presidente della Delegazione cattolica
      Cardinale George Cottier, O.P.
      S. E. Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo
      P. Norbert Hofmann SDB,
      Archimandrita Elias Chacour
      Monsignor Pier Francesco Fumagalli
      Arcivescovo Pietro Sambi, Nunzio Apostolico
      
      
      _________________
      
[Fonte: Zenit.org 12 luglio 2005]