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I vescovi libanesi esprimono timori per l'"ambiguità" della risoluzione ONU e temono una “doppia autorità politica”.
Youssef Hourany, su AsiaNews 17 agosto 2006

L’Assemblea dei vescovi maroniti ha denunciato il rischio che la risoluzione Onu 1701 venga interpretata in modo troppo ambiguo, così da lasciare ancora mano libera ad Hezbollah. [Finalmente una voce che dice la verità! -ndr] Pur senza fare il nome della milizia, i vescovi riuniti ieri hanno detto che c’è ancora “apprensione” fra i libanesi sul modo in cui interpretare la risoluzione Onu. I vescovi temono che nel Paese vi sia una “doppia autorità politica” e invitano tutta la popolazione a unire le forze sotto la sola autorità “del governo che gode della fiducia della camera eletta democraticamente”. In un comunicato pubblicato ieri alla fine dell’incontro essi affermano che “i drammi vissuti dai libanesi durante questa guerra, che è durata più di un mese, hanno insegnato che non si può continuare con una doppia autorità politica nelle decisioni. In posizione di autorità a decidere ci deve essere uno solo, il governo che gode della fiducia della Camera eletta democraticamente, se si vuole evitare una perdita di responsabilità e che la catastrofe si abbatta sul paese”.

Nel paese è in atto un forte dibattito sui modi in cui va attuata la risoluzione Onu, soprattutto sul disarmo degli Hezbollah, anche se il governo nicchia e ha procrastinato in modo indefinito una riunione per studiarne l’attuazione. Gli accordi di Taif e le risoluzioni Onu più recenti esigono il disarmo completo delle milizie. Ma il governo libanese – molto diviso su questo tema - non è mai riuscito ad attuarlo. La risoluzione 1701 esige che al sud non vi siano armi se non quelle dell’esercito regolare. Ma l’interpretazione di Hezbollah è che non ci siano “armi visibili” e quindi pensa di nasconderle in attesa di una nuova guerra.

Il timore verso il potere di Hezbollah è stato espresso anche dal card. Sfeir in un’intervista al settimanale tedesco Del Spiegel. Il loro potere, ha detto il patriarca è “qualcosa che non possiamo più accettare dopo la guerra”. Non appena Israele si ritira e vi è lo scambio dei prigionieri, egli ha spiegato, “Hezbollah non ha più alcun diritto di mantenere un esercito”.

Nel comunicato i vescovi maroniti esprimono gratitudine verso il card. Etchegaray, inviato del papa in Libano “Questa visita – scrivono – è un balsamo per il nostro cuore. A maggior conforto il Santo Padre ha voluto anche accompagnarla con un’assistenza finanziaria che è stata trasmessa a Caritas Libano e sarà distribuita secondo i bisogni”.

I vescovi hanno anche ringraziato il card. McCarrick per la sua visita e la conferenza episcopale americana per la loro solidarietà. 

   
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