angolo
   

17 gennaio 2009. J. Sievers: "Quest'anno si celebra con i cuori lacerati

[vedi precedente che ha determinato la crisi]

La Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio) si celebra quest’anno in un clima fortemente provato dal conflitto a Gaza. “Questa situazione pesa su tutti. I cuori sono lacerati. La situazione è molto complicata: certamente si può e si deve sperare in una pace duratura. Come sarà e con chi potrà essere questa pace, questo è difficile dirlo”. A parlare è Joseph Sievers, direttore del Centro "Cardinal Bea" per gli studi giudaici, della Pontificia Università Gregoriana, che in un’intervista al Sir dedicata alla Giornata, plaude alla iniziativa “bella e interessante” promossa nei giorni scorsi dalla Comunità ebraica di Roma e dall’Unione delle comunità ebraiche italiane che d’accordo con l’Ambasciata di Israele hanno devoluto 300 mila Euro in medicinali, di cui 2/3 andranno ai palestinesi di Gaza, e un terzo agli israeliani colpiti nelle aree attorno. “Mi sembra – dice lo studioso - un gesto che da un lato dice sostegno a Israele e dall’altra dice anche una apertura a riconoscere le sofferenze dell’altra parte.

Non è facile, quando si è colpiti, riconoscere che l’altro ha una sofferenza magari diversa ma pur sempre correlata. Se riusciamo a fare questo, allora anche il dialogo può andare avanti”. “La politica italiana e l’Unione Europea – prosegue l’esperto - possono e devono svolgere un ruolo importante. Penso che in Italia, e specialmente la chiesa italiana possa cercare di mantenere un cuore aperto a tutte e due le parti. Mi sembra che sia importante non giudicare né pensare che tutto sia equivalente. Ci sono delle responsabilità, che sono sia da parte di Hamas che da parte di Israele. Sebbene siano responsabilità non simmetriche, la Chiesa può fare tanto, soprattutto per essere vicina a chi soffre e la sofferenza è da tutte e due le parti”. Quest’anno però gli ebrei italiani hanno deciso di non partecipare alla Giornata del 17 gennaio. Secondo lo studioso, le questioni da loro sollevate (preghiera del Venerdì Santo e processo di beatificazione di papa Pio XII) “rappresentano certamente una pietra di inciampo per il dialogo e pertanto vanno affrontate, ma – aggiunge Sievers - sarebbe grave lasciarsi bloccare da esse”.


Rabbino Laras comunica: l'Assemblea rabbinica sospende la celebrazione della Giornata ebraico-cristiana del 17 gennaio

“La decisione dell’Assemblea rabbinica italiana, comunicata dal rabbino Giuseppe Laras, di sospendere la celebrazione della Giornata annuale di riflessione ebraico-cristiana sorprende e addolora”, ma “in ogni caso non interrompe i rapporti tra ebrei e cristiani che a mio avviso devono continuare e, semmai, intensificarsi”. Lo ha dichiarato al SIR mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni - Narni – Amelia e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, con riferimento alla decisione delle comunità ebraiche, confermata oggi, di non partecipare alle iniziative comuni che ogni anno, il 17 gennaio, segnano la “Giornata di riflessione ebraico-cristiana”. Per mons. Paglia, “questa piccola ferita costituisce un’opportunità non solo per approfondire ancor più le relazioni tra ebrei e cristiani, ma anche per rafforzare il comune compito di testimoniare la salvezza rivelata dall’unico Dio”. “Ovviamente noi cattolici – prosegue – l’anno prossimo celebreremo la Giornata, il cui tema, secondo il progetto concepito da qualche anno insieme agli ebrei di riflettere sul Decalogo, nel 2009 sarà, scegliendo la numerazione ebraica, la quarta parola: ‘Ricordati del giorno di sabato per santificarlo’”.

| home |

| inizio pagina |

   
angolo