1998 -
Premio "Nostra Aetate" - Conferenza Sono molto commosso nel sentirmi ben accolto in questa famosa e venerabile sinagoga, antica di oltre un secolo! Per questo motivo mi sento profondamente grato al Presidente Robert Berend ed al Rabbino Allan Schranz. Inoltre desidero ringraziare per la loro presenza il mio confratello Cardinale, Arcivescovo John O' Connor, ed il console di Francia a New York, l'Onorevole Richard Duqué. Inoltre la mia gratitudine va in particolar modo al Rabbino Joseph Ehrenkranz, al Dr. Anthony Cernera e a tutti i funzionari del Centro per l'Accordo Cristiano Giudaico dell'Università del Sacro Cuore di Fairfield, ed ancora al Dr. Samuele Pisar per avermi presentato con tanta premura e riguardo. Desidero infine ringraziare tutti voi per la generosità con cui mi avete assegnato il Premio "Nostra Aetate", associandomi con il Rabbino Rene Samuel Sirat, che sento vicino con molta stima ed amicizia. La sua presenza qui aggiunge valore all'onorificenza che voi mi conferite. La vostra scelta mi commuove più di quanto voi possiate immaginare. Possa l'Onnipotente benedire i vostri sforzi e il vostro lavoro. Se un tale evento può avere luogo qui, negli Stati Uniti, deve esserci una ragione. Tutti voi siete consci delle particolari condizioni che la storia e la cultura americana hanno offerto alle relazioni tra Cristiani ed Ebrei, di fronte all'Europa ed alle sue tragedie. Secondo il mio parere, attualmente voi siete molto più liberi dei Cristiani ed Ebrei del vecchio continente, dove ancora sono aperte le ferite passate, [1] e potete trarre vantaggio da tutto quello che è stato approfondito e realizzato ovunque nel mondo, in Europa come in Israele. Il prossimo anno non mancherò di invitare i cattolici di Parigi ad unirsi alla Comunità ebraica in preghiera per yom-shoà, la commemorazione del giorno della shoà indetta per il 13 aprile 1999; 27 Nissan 5759 in spirito di penitenza e con atto di fede nel Signore dei morti e dei viventi. Forse quello che sarà fatto a Parigi potrà essere fatto altrove e in particolare a New York? Potrei provare a far un
passo in più con voi interrogandomi circa il futuro dei rapporti tra gli
Ebrei e i Cristiani? Naturalmente non posso cancellare dal mio cuore e
dalla mia mente tutte le sofferenze che le persecuzioni hanno stampato
nella mente e nel cuore degli ebrei. Ciò nonostante io mi sforzerò di
indagare circa i rapporti e gli incontri, e persino circa talune
convergenze contraddittorie tra coscienza Ebraica e Cristiana durante gli
ultimi due millenni. Per un tale chiarimento, è necessario aprire un
nuovo dialogo che non riprodurrà soltanto le controversie dei secoli
passati.
È passato mezzo secolo dalla fine della seconda guerra
mondiale e dalla creazione dello Stato di Israele. Mentre ci stiamo
avvicinando al terzo millennio dell'era cristiana, una nuova era è
cominciata nella storia dell'umanità. Le relazioni tra Ebrei e non Ebrei
sono cambiate profondamente nel corso degli ultimi 50 anni. In primo luogo geograficamente. La maggior parte
degli Ebrei che hanno vissuto - in certi casi per più di venti secoli -
in zone che sono diventate paesi islamici, sono ritornati in Israele o
emigrati in paesi con una cultura occidentale per lo più cristiana. Un approfondimento storico
culturale comprendente il periodo fine XVIII /fine XX secolo non potrebbe
non illustrare il ruolo esercitato dagli Ebrei e da fonti ebraiche
nella cultura della modernità occidentale e dovrebbe, altresì, dar
particolare rilievo al rinnovo dei rapporti tra Ebrei e Cristiani a
partire dal 1948, specialmente negli Stati Uniti e più ancora qui a New
York, tenendo anche conto che oggi, mentre sono riconosciuti gli Ebrei che vivono tra i Cristiani Occidentali,
il giovane Stato
d'Israele è circondato da nazioni Musulmane.
Il radicale cambiamento della concreta condizione della
realtà ebraica è contemporaneo a molte diverse trasformazioni:
l'aggiornamento per la Chiesa Cattolica voluto dal Concilio Vaticano II,
che l'ha invitata ad andare oltre l'esclusivismo delle vecchie culture Europee.
Infatti le catene dei determinismi nel sentire nazionale e politico degli
stati, saldatesi lungo i secoli, hanno contenuto troppo a lungo il suo dinamismo
spirituale entro i limiti dei punti di riferimento europei.
I tremendi cambiamenti economici e politici che si sono
determinati oggi hanno prodotto un orizzonte esperienziale in cui si
delineano entrambi i
due "eventi" che ho evocati: l'evoluzione della
condizione Ebrea ed il rinnovamento della Chiesa Cattolica. [2]
Si sta compiendo un momento cruciale nella storia
dell'umanità. Dopotutto, i cattolici obbediscono alle parole di Gesù che
spiega il comandamento non uccidere: " E così se stai per presentare
il tuo sacrificio all'altare ed improvvisamente ricordi che tuo fratello
nutre risentimento verso di te, lascia il tuo dono davanti all'altare.
Prima va a far pace con tuo fratello, poi ritorna ad offrire il tuo
sacrificio" (Matteo 5, 23-24). Queste parole del vangelo non tengono
in nessuna considerazione quello che tu pensi di te stesso o le ragioni
per le quali tu vorresti giustificarti o protestare la tua innocenza. Esse
riconoscono semplicemente le offese dell'altro - in questo caso di tuo
fratello - così come egli le ha subite.
Nella relazione Cristiani ed Ebrei, i primi hanno
aperto i loro occhi e le loro orecchie ai dolori a alle ferite degli
Ebrei. Accettano di essere ritenuti responsabili e sono d'accordo nel
sostenere quel peso senza scaricarlo su altri. Non hanno cercato di
dichiararsi innocenti. E se non hanno richiesto il perdono alla vittima, [2/bis]
è perché sono consapevoli che soltanto Dio li può assolvere, come
recita il Vangelo di Matteo (9,4). Egli ricorda che solo Dio sa ciò che
c'è nel cuore umano e che Egli è il giudice supremo: Gesù inoltre dice
(Matteo 7,1) "Non giudicare" (cioè non sostituirti a Dio)
"e non sarai giudicato" (il che vuol dire Dio non ti giudicherà).
Nel nome della verità i Cristiani chiedono agli Ebrei di partecipare al
loro esame di coscienza. Nella Dichiarazione di Pentimento
dei vescovi di
Francia tenuta a Drancy il 30 settembre 1997, noi non vogliamo ancora
insistere sul ruolo avuto da numerosi cattolici nel salvare gli Ebrei di
Francia. Tuttavia questo costituisce anche una nota rilevata da Serge
Klarsfeld: se parecchi Ebrei francesi [2/ter]
sopravvissero ciò si deve, anche se non solamente, ai Cristiani ed in
particolar modo al clero. Taluni hanno biasimato la Dichiarazione di
Drancy per non aver enfatizzato questo aspetto storico. Ma come avremmo
allora potuto evitare di cedere alla tentazione, anche se inconscia, di
giustificare noi stessi? Allorché le autorità di Yad Vashem istituirono il
riconoscimento di "Giusto tra le Nazioni", intesero, a nome
della popolazione ebraica, manifestare interesse per la verità. Mediante
un libro e un film anche Marek Halter ha voluto ricordare queste opere di
giustizia. E non è anche questo l'intendimento di "La società
francese per render onore al Giusto tra le Nazioni" che fu
recentemente ideata da Jean Kahn, presidente del Concistoro Centrale di
Francia? Il 2 novembre 1997 questa organizzazione ha inaugurato a
Thonon-les-Bains "il Riconoscimento del Giusto". Nel corso dell'evento
si è svolta una celebrazione per perpetuare la memoria di quegli
uomini e donne che rischiarono la loro vita per salvare migliaia di Ebrei
dalla deportazione e dalla morte. In questa occasione, inviai il seguente
messaggio ai partecipanti:
I giusti restano nascosti. Ciò accadde anche quando
tra il 1940 ed il 1944 il loro coraggio salvò un migliaio di Ebrei dai
campi di sterminio. Oggi parecchi rimangono nascosti, sconosciuti o
ignorati: alcuni di loro sono per sempre dimenticati. Ma la loro luce
risplende agli occhi di Dio e riscalda i cuori ai sopravvissuti che
sono in grado di ricordare. Io ricordo bene coloro che mi fornirono
documenti falsi. Io ricordo bene coloro che mi aiutarono a passare la
linea di demarcazione [3] Ricordo bene coloro che mi avvertirono che avrei presto
potuto essere arrestato. Ricordo bene coloro che mi ospitarono senza
chiedermi nulla. Ricordo bene coloro cui mi affidai e che mai mi
tradirono. Ricordo bene quello che fecero per me in quei tempi di
desolazione. Tuttavia non riesco a ricordare i loro nomi e talvolta
persino le loro facce. Sarei capace di riconoscerli se fossero ancora
vivi? Siamo commossi dalla lista di coloro cui è stato
assegnato il titolo di "Giusto tra le Nazioni". E non siamo meno
commossi quando pensiamo a tutta quella gente che non potremo nemmeno
ringraziare. Perpetuare il loro ricordo è un dovere della nostra
generazione verso la prossima. Perché il Giusto ci prova che il meglio, e
non soltanto il peggio, può nascere dal cuore dell'uomo. Tali atti di riconoscenza scambievole ci
consentono di
interrogarci con maggiore serenità circa la rinascita incessante della
violenza contro Israele, prima dall'antico e pagano anti-Giudaismo, poi
dall'anti-Giudaismo Cristiano con le sue tragiche conseguenze nel Medioevo
e nella moderna Europa, fino al neo-pagano antisemitismo dell'età
contemporanea. Sarebbe un'illusione pensare che predicare la
tolleranza e persino educare a ciò sia sufficiente per sradicare la
incomprensione e il rifiuto. Tuttavia, noi dobbiamo identificare insieme
la causa di tanta crudele tensione. La distanza che ancora ci divide,
che non può essere eliminata soltanto dalla umana determinazione, ci
chiede di prendere la decisione di comprenderci
ed amarci l'un l'altro.
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